10 maggio 2012

Numeri ed elezioni

Faccio sempre fatica a capire perché a una domanda relativa a un dato di fatto, ad esempio a un costo sostenuto, si risponda con perifrasi, divagazioni, insulti, insinuazioni, periodi ipotetici, battute, polemiche, …

Faccio un esempio specifico: se io faccio una campagna elettorale, non è difficile dire quanto spendo esattamente.

Posso metter dentro in modo quasi esatto i costi sostenuti: i “santini”, i manifesti, gli annunci pubblicitari, le spese di viaggio, gli aperitivi, …

E non è difficile metter dentro in modo chiaro la copertura di questi costi, diretta o indiretta: quanto ci ho messo del mio, quanto ci hanno messo i miei sostenitori, sia in termini di soldi che di attrezzature o spazi.

Penso che sarebbe giusto che ciascuno lo facesse, in modo circostanziato (ne ho parlato in due vecchi post di BAU, qui e qui).

Penso anche che sarebbe giusto che una coalizione, le singole liste e i singoli candidati si dessero ciascuno un limite massimo di spesa ammissibile; che so per una coalizione circa mezzo euro per il numero dei potenziali elettori (ad Alghero diciamo 15-20 mila euro), per una lista circa dieci centesimi (3-5 mila euro), per un candidato circa un centesimo (250-400 euro); mi sembrano tanti, ma può starci.

Ma soprattutto penso che non sia lecito che non si sappia tutto, proprio tutto, su quel che spendono i singoli candidati; se no come possono sciacquarsi la bocca con parole come partecipazione, trasparenza,  bilancio sociale?

Siano di destra, di centro, di sinistra, aldilà della destra e della sinistra.

Con chi ce l’ho? Con tutti e ognuno di coloro che non lo fanno.

Sono loro l’anti-politica.

A Parma ad esempio l’anti-politica non è l’ottimo grillino, ma è il suo avversario, che spero venga sconfitto al ballottaggio.

Due parole sulle elezioni: le amministrative in Italia, le presidenziali in Francia, le politiche in Grecia, le “regionali” in un Land tedesco (lascio da parte le politiche e presidenziali serbe).

La vittoria di Hollande è un buon risultato: forse qualche non piccolo cambiamento in Europa ci può essere.

In Grecia hanno perso i “quisling” del sistema finanziario; ma – per molte ragioni – anche l’ottimo risultato della sinistra “fuori dagli steccati” di Syriza non mette in moto un processo di alternativa.

In Schlewsig-Holstein un partito fuori dagli schemi (quello dei pirati) ha preso l’8%, un po’ quelli che prenderebbero (almeno) i grillini alle politiche da noi.

In Italia a parte il crollo del PDL (anche se i dati vanno letti tutti e il crollo non c’è dovunque)  e la certificata fine del Terzo Polo, c’è il fatto nuovo di “5 stelle”; in tempi non sospetti scrivevo che in alcuni Comuni avrei votato “5 stelle”, non perché condivida tutto quel che dicono, ma perché a volte sono molto meno peggio di tutti gli altri.

Fortuna che c’è  (anche) la lista di C’è un’Alghero migliore, che se no la tentazione potrebbe venire persino ad Alghero.

Anonimo ha detto...

Pognetteri....dal grec : pugnateri

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