12 aprile 2012

Una campagna elettorale e un aggettivo mancante

Pieno, convinto e appassionato il mio sostegno a C’è un’Alghero Migliore (ma perché API si ostina a non mettere questa minchia di apostrofo!), pieno e convinto il mio sostegno a Stefano Lubrano.

Manca un aggettivo. Proverò a spiegare perché, anche se molte compagne e amiche, compagni e amici di C’è un’Alghero Migliore penseranno che sbaglio, che non dovrei e altri penseranno che "i panni sporchi si lavano in casa". Ecco il guaio di prendersi un anarchico in casa: anche se spero che nel nostro movimento verrò perdonato, dopo i rimbrotti.

Gioverà ricordare che le opinioni espresse sono solo personali e molto idiosincratiche? No, non servirà a niente. Ma lo ricordo.

Manca "appassionato" perché:

  • la campagna che si prospetta non sarà sobria; vedo delle orrende “vele” con manifesti enormi e mi domando quanto costa e da dove vengono i soldi? Dato che non lo so (C’è un’Alghero Migliore è stata ed è l’unica formazione a rendicontare sino all’ultimo centesimo) non parteciperò alla cena di sottoscrizione a Sa Mandra: mangerò due carote lesse e aggiungerò i 30 euro alla sottoscrizione per la nostra lista (Elena prendi nota!).
  • il programma: circola come programma quello del candidato alle primarie Stefano Lubrano, che – poiché Stefano non ha preso il 100% dei voti - non può essere quello del candidato a Sindaco Stefano Lubrano; dov’è il programma della coalizione? Senza campi da golf, nemmeno residuali please, e magari facendo a meno di precisare "in misura compatibile con il profitto d’impresa" quando si parla di edilizia, in cui è noto che il problema non è il profitto di impresa, ma la rendita e la speculazione; en passant noto che nemmeno una volta viene citata la Facoltà di Architettura (una grande novità economica, sociale e culturale, ma questo potevo risparmiarmelo).
  • posso dire senza scandalo che il modo con cui viene affrontato il tema del conflitto di interessi non mi convince (del resto non mi convinceva neanche quello di Soru), e non solo il suo di conflitti, ma quello di qualsiasi consigliere?; posso dire che il rifiuto di avere metà donne in giunta (cioè almeno tre) mi rattrista? So che alcuni del movimento cui appartengo non sono convinti come io sono che questa è una grande questione.

Manca “appassionato”, ma non viene meno il mio impegno perché Stefano sia il nuovo Sindaco; mi auguro che continuerà anche dopo a fare di testa sua (qui si parrà sua nobilitate), ma che impari a fermarsi ad ascoltare: la gestione della cosa pubblica non è quella di un’impresa: pensarlo può essere catastrofico; la politica non è una cattiva cosa (i partiti, quasi tutti, sì) e nella politica serve ascolto e condivisione; posso dire con amicizia da un sostenitore pieno e convinto, che tutti trarremo giovamento da una maggiore attenzione e apertura e da meno manifesti sulle “vele”.

Chiedo perdono.

P.S.
A chi pensa male del golf in modo assoluto, raccomando la lettura di Due sulla strada (The Van), un libro di Doyle Roddy pubblicato da TEA in cui si capisce l’importanza del golf per i proletari in Irlanda. In Irlanda!

Anonimo ha detto...

MI PIACI

Alessandro Plaisant ha detto...

Caro Bibo, Stefano Lubrano come presidente di Confindustria NS era tra coloro che parteciparono agli incontri pubblici del piano strategico di Alghero, esperienza che noi abbiamo interrotto poco dopo le fasi preliminari. Potrebbe essere utile fare qualche riscontro fra il programma di oggi con quello raccontato allora per l'Alghero futura. Cito alcune sue frasi registrate nei report degli incontri tenuti il 6 e il 18 ottobre 2006: "Le infrastrutture non sono solo quelle reali ma anche quelle culturali, è importante che Alghero diventi centro di attrazione dei talenti per la presenza di poli di ricerca come la Facoltà di Architettura e il Porto Conte Ricerche"; "Sarebbe un’iniziativa interessante promuovere la presenza di architetti di quartiere"; "Dobbiamo infine renderci conto che l’attività urbanistica è legata alle seconde case e non al turismo", e così via. Ebbene sì, la Facoltà di Architettura c'era.

abcecchini ha detto...

Caro Alessandro, forse allora Stefano non era ancora Presidente di Confindustria, ma rappresentava gli albergatori. Come ho detto in più di un'occasione i suoi numerosi interventi all'epoca del Piano strategico, che abbiamo abbandonato dopo aver redatto un bel documento finale (con grande merito tuo, di Alessandra e dei nostri ragazzi) per evitarne un uso improprio.
L'idea degli Architetti di quartiere c'è nel programma di Stefano, che - nel suo insieme - non è male.
Mi è dispiaciuto solo che non citasse i dieci anni di AAA che pure rappresentano un possibile futuro della città.
Ma noi sardi siamo testardi.

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