03 ottobre 2011

Marco "Maria Antonietta" Tedde e trasporto pubblico ad Alghero

"Se non hanno pane, che mangino brioches!", rispose Maria Antonietta D'Asburgo alle rivendicazioni popolari durante la "Guerra delle farine" nella Francia del 1775.

Lo stesso modulo ci propone oggi il Sindaco di Alghero Marco Tedde, quando dichiara a La Nuova Sardegna che serve una "svolta culturale" e che gli algheresi dovrebbero usare di più il trasporto pubblico e la bicicletta, "come in Emilia."

Viene da domandarsi se il Sindaco Tedde davvero non si rende conto che i trasporti pubblici ad Alghero siano ad ogni buon conto inutilizzabili per qualunque pratico scopo; a meno che uno non abbia indefinitamente molto tempo o indefinitamente molta pazienza, o indefinitamente poche possibilità da non avere alternative, o a meno che semplicemente non voglia usare il trasporto pubblico per motivi diversi dallo scopo di spostarsi in città.

Per una rapida ma documentata descrizione dello stato del servizio di trasporto pubblico ad Alghero, rimando all'articolo di Andrea Massidda su La Nuova, dove più o meno è detto tutto: lunghi tempi di attesa, frequenze erratiche, nessuna integrazione e sincronizzazione delle linee (se uno dovesse, ahilui o ahilei, prendere una coincidenza), nessun orario né informazione essenziale sulle fermate, pensiline (quali? dove?)...
Serve poi parlare di Fertilia, delle borgate, dei quartieri popolosi ma poco serviti?
Serve davvero aggiungere altro? Ad esempio raccontare delle facce sbigottite dei turisti (emiliani) di fronte a tale pietoso stato di cose?

Ma anche senza documentarci, ciascuno di noi che ci ha provato (O, dio solo sa se ci ho provato!), penso sappia di che cosa sto parlando.

Ad esempio, come si potrebbe portare bambini a scuola, e poi andare al lavoro, con il trasporto pubblico, nei modi e nei tempi ragionevoli?
O ad esempio, come si potrebbe andare in ospedale a fare un prelievo di sangue, e poi fare un po' di spesa in un supermercato, e poi tornare a casa in tempo per preparare il pranzo, con il trasporto pubblico, nei modi e nei tempi ragionevoli?
O ad esempio, come si potrebbe andare in Comune a S. Anna, e poi passare al mercato del pesce, e poi andare a riprendersi i bambini, con il trasporto pubblico, nei modi e nei tempi ragionevoli?
O ad esempio, ... servono altri esempi?

Il Sindaco giustamente esprime soddisfazione perché l'ARST ha rinnovato il parco degli autobus. Ovviamente, questa iniziativa dell'ARST deve essere salutata con grande soddisfazione, e se la giunta Tedde avesse qualche merito in tutto questo (che so: di aver chiesto, di aver sollecitato), tale specifico merito andrebbe riconosciuto anche alla giunta Tedde.
Se poi oltre agli autobus migliorerà anche la qualità e l'organizzazione del servizio, anche questo merito non potrà che essere riconosciuto a chi quel merito spetterà.

Ma dire, come fa il Sindaco Marco Tedde (gioverà ricordare anche che dal 2002 al 2007 il commissario straordinario delle FdS che gestiva il trasporto urbano era ... Marco Tedde?), che gli algheresi dovrebbero usare di più un trasporto pubblico che in dieci anni del suo mandato era inutilizzabile, è quasi comico, se non fosse solo grottesco. È, appunto, come dire: se non avete pane, mangiate brioches.

Aggiungere a questo, come fa il Sindaco Tedde, che il problema è "culturale", è invece offensivo.

Il Sindaco di Alghero pensa davvero che gli algheresi non userebbero di più l'autobus e la bicicletta, se il servizio di trasporto pubblico e se i percorsi delle piste ciclabili consentissero di svolgere ragionevolmente le loro attività quotidiane (come in Emilia)? Il Sindaco di Alghero pensa e davvero non vede che già adesso gli algheresi ce la stanno mettendo tutta (più degli emiliani!) a provare a muoversi così?

Sul paragone con l'Emilia, sono disposto a fare una scommessa: se il trasporto pubblico e la rete delle piste ciclabili fossero anche solo la metà efficienti e ben organizzati che in Emilia, i passeggeri negli autobus e i ciclisti ad Alghero sarebbero il doppio. Qualcuno accetta?

Attribuire agli algheresi un "problema culturale" è abdicare alle proprie responsabilità, ed è irrispettoso e sprezzante nei loro confronti.

Anche se non condivisibile, lo sprezzo di Maria Antonietta d'Asburgo nei confronti dei sudditi poteva essere compreso ed ha delle attenuanti: lei era una monarca consorte, e in fondo quelli erano, appunto, i suoi sudditi.

Il Sindaco Tedde queste attenuanti non ce le ha.





Arnaldo Cecchini ha detto...

Credo che non ne possiamo più di persone, specie di politici, che straparlano senza sapere e studiare, per slogan e frasi fatte. Di sinistra, di centro, di destra.
Non li voteremo. ABC

Posta un commento