17 marzo 2012

Tanto tuonò ...

Con una pacatezza che non mi aspettavo ho compilato il modulo on-line dell’iscrizione a SEL, circolo SELz di Sassari.

Non mi aspettavo di essere così pacato perché non ho avuto troppe tessere nella mia vita: dal 1974 al 1978 la tessera del Manifesto e poi del PdUP, nel 1991 e 1992 la tessera del PDS (pensavo si potesse uscire "a sinistra" dalla crisi del comunismo reale ed ero consigliere comunale a Venezia eletto nelle liste del PCI come indipendente).

Ma la tessera di SEL è così leggera che è stato facile.

Il fatto che sia così leggera è positivo ed è negativo allo stesso tempo.

È positivo perché io, che non condivido una politica personalistica, altrimenti non avrei mai accettato di stare in un partito che ha un nome di persona nel suo simbolo (ma meglio così che partiti in cui la leadership personale è altrettanto forte, ma celata), è positivo perché si può decidere di esserci per un po’ e poi ripensarci (il taxi è un buon mezzo di trasporto, peccato che in Italia costi così tanto), è positivo perché i legami che si costruiscono sono liberamente scelti e le relazioni sono da costruire, è positivo perché, visto che nessuno sa come rispondere alla crisi della politica e delle sue espressioni organizzate, meglio legami deboli che la riproposizione di modelli che non sono più vitali o l’imitazione di modelli esteri fuori contesto.

È negativo perché il meccanismo decisionale diventa casuale, il dibattito diventa chiacchiericcio, circoli e federazioni diventato contendibili dal primo riciclato che passa (mal riciclato dovrei scrivere, ché ben riciclato andrebbe bene), è negativo perché si fatica a costruire una cultura e un linguaggio comuni, è negativo perché il leader deve cantare e portar la croce e dopo un po’ canta le stesse cose e comincia a stonare (e Checco Zalone diventa più vero del vero).

Di mio, a me piace Ferrero, con quella sua espressione seria e la sua caparbietà di valdese, ma il suo partito e la federazione della sinistra si condannano da tempo alla totale irrilevanza politica (che sarebbe tale anche se invece del tre per cento avessero l’otto), tanto da non lasciarmi speranze.

Vendola ci prova a sparigliare, come aveva provato più volte a fare il povero Bertinotti, ma meglio di lui, perché sa rompere steccati e fare incursioni vincenti, perché non ha una vocazione minoritaria, perché il suo narcisismo è meno ipocrita; alla lunga però – se non cresce un partito vero, leggero, ma non impalpabile – lo spettacolo dell’one man band diventa stucchevole e le incursioni sempre più difficili e inefficaci.

Mi sa che non ce la facciamo, ma come l’immortale coppia Don Chisciotte - Sancho Panza di Guccini, in cui mi riconosco (nella coppia dico), almeno ci abbiamo provato.

Due parole sul perché a Sassari: il nuovo coordinatore cittadino di Alghero mi piace molto, ha un che di vendoliano nella sua prosa e come Nichi ha una forte vena poetica e come me non capisce nulla di politica, per cui mi dispiace non essere un suo iscritto, ma – in media – le compagne e i compagni di SELz mi sono molto più simpatici, si respira un clima di libertà intellettuale e di voglia di mettersi in discussione: ho provato a chiedere se anche a Sassari si poteva avere la doppia tessera come ad Alghero (non mi sarebbe dispiaciuto SEL e PRC), ma mi hanno detto che non si può: ciononostante, anche conquistato dalle magnifiche torte che si mangiano in via Turritana, ho deciso di cedere; così ad Alghero resto un senza partito, che fa sempre comodo, anche nelle discussioni.

So che non dovrei dirlo, ma dovrebbe essere evidente che il tono di questo post è leggero, paradossale e ironico, anche se molte delle riflessioni che faccio riguardano questioni importanti, importantissime, a mio avviso. Ma questo tono mi serve per attenuare la fatica di questo atto. Pur semplice, mi è costato.

abcecchini ha detto...

Uno dei rimpianti maggiori della mia vita è di non saper ballare; ma neanche un po', sono scoordinato in modo persino imbarazzante (a volte darei non so cosa per una sola serata come ballerino provetto, di tango).
Però la leggerezza mi piace, come si usa dire, sono (in alcuni sensi) un "uomo leggero".
E io non capisco nulla di politica davvero.

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