23 marzo 2012

Lotta continua

In questi anni a gran voce, da ogni parte, i corifei del capitale, consci e inconsci, hanno proclamato che le classi non esistono più e la lotta di classe neppure, che siamo tutti sulla stessa barca e quel che conta è la competitività del sistema Paese: un coro maestoso e insinuante.

La classe dominante ha mostrato di volere e saper fare la lotta continua (eh sì).

Nel frattempo, al riparo del pensiero unico che dichiarando la fine di tutte le ideologie, dava sostanza e forma alla trasformazione di un’ideologia settecentesca, quella del liberismo nella sua versione più volgare, in senso comune, in realtà ineludibile della natura, si costruivano le condizioni per una controffensiva reazionaria che ha spostato ricchezza e potere verso i più ricchi, verso le classi dominanti.

Con la tenacia dei veri combattenti i padroni del pianeta e i loro manutengoli, sia quelli stipendiati sia quelli volontari, hanno in ogni Paese cercato di smantellare le conquiste dei lavoratori, di ridurre la dignità degli esseri umani, di spogliare le nazioni e i popoli di cibo e diritti.

E oggi il governo dei bocconiani, il governo che rappresenta l’interesse dell’un per cento della popolazione, con la benedizione di tutti i poteri e l’appoggio dei nove decimi del Parlamento, cancella un'elementare conquista di civiltà come è l’articolo 18.

I padroni sanno cos’è la lotta continua e non si fermano davanti a nulla: serve ricostruire un discorso di verità, una sinistra combattiva, che sappia riconoscere i nemici quando ci sono e che sappia che i predoni e gli affamatori dei popoli, anche se non organizzano orge e festini, vanno combattuti, con determinazione: non lasciamo soli gli operai della FIOM, non lasciamo sola la CGIL (ne ha bisogno per non soccombere al canto delle sirene), non lasciamo spazio alla barbarie.


Anonimo ha detto...

Penso che la tua sia una lucida analisi delle dinamiche sociali.Il conflitto tra le classi sociali...Pensi che Giorgio Napolitano , che un tempo capi', sia rimbambito?

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