27 novembre 2011

Per una città di serie A

Due motivi mi spingono a scrivere qualche considerazione sul momento attuale di Alghero.

Un mio innamoramento per la cittadina catalana e l’imminente, o forse già insediata, campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale.

Da oltre 4 anni immigrato, pur lavorando a 35 km di distanza, ho eletto Alghero quale luogo di residenza per me e la famiglia. Incontestabile la simbiosi tra borgo antico e mare, tra la città del novecento e il centro storico, ma anche il mare. Molto meno le ultime tendenze dove alla simbiosi di contrappone la dissociazione dal contesto urbano per puri scopi speculativi.
Senza dilungarmi, ne sono innamorato, e mi dispiacerebbe continuare a distruggere un’identità che è sopravvissuta per secoli.

Pertanto l’imminente rinnovo delle teste pensanti mi porta a informarmi sui progetti e le intenzioni altrui. E per questo do un’interpretazione alle manovre in corso.

Partecipo attivamente alle iniziative "per il buon governo e un governo diverso di Alghero"; sono per me fonte di approfondimento e conoscenza. Infatti, il gruppo di cittadini ha lanciato l’appello per una discussione pubblica, ma oltre a raccogliere i frutti e i consensi, ha già trovato oppositori cresciuti come gramigna, ossia come infestanti che cercano di eliminare le piante della democrazia.

Si nota infatti negli incontri una partecipazione attiva dei cittadini a cui corrisponde una non partecipazione attiva degli attuali amministratori, di maggioranza o di minoranza che siano, fatte naturalmente le dovute eccezioni di chi sensibilmente e responsabilmente è attento a questo anomalo processo.

E pertanto inevitabilmente si parla di candidature alla carica di primo cittadino.
Paradossalmente il "buon governo e governo diverso", che vuole stimolare il dibattito senza imporre un proprio leader o paladino, viene quasi tacciato di interessi diretti. Quando non si può attaccare una persona si attacca un’idea.

Ma vengo al dunque. Si parla troppo del sindaco e un po’ meno della squadra. Mourinho, se allenasse la Torres o il Calangianus, sarebbe improbabile che si battesse per la Champions League, come fa con il Real Madrid, e pertanto Alghero oltre al migliore allenatore dovrebbe avere anche i migliori giocatori. Non sono all'altezza di giudicare gli attuali giocatori della giunta, ma qualche considerazione sul gioco impostato potrei farla.

Non mi piace il gioco d’attacco alle cubature di due piani che diventano sei o quello di consumare ulteriori porzioni di territorio; come non mi piace la scarsa difesa del patrimonio esistente, la sua salvaguardia e la sua riqualificazione.

Pertanto la conoscenza dei moduli di gioco, della tattica, ma soprattutto dei giocatori è fondamentale per far vincere la squadra, che in realtà è la città.

La città deve vincere, e qui abbandono quindi la politica dei club-partiti che puntano a stare in serie A per sponsorizzare piuttosto che per giocare, divertirsi e divertire.
E anche il gioco diventa serio; è brutto se è pesante, gioca di mano e va in fuorigioco.

Pertanto auguro che Alghero abbia il miglior allenatore con una rosa che permetta di far giocare il più possibile a tutti coloro che realmente lo meritano. I cittadini-pubblico meritano ciò.

P.S. Spero sia chiaro che in queste considerazioni non vi è alcun tifo per le maglie neroazzurre, rossonere o bianconere.

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