30 ottobre 2011

Non insegnate ai bambini

Per me Giorgio Gaber è sempre una fonte di ispirazione. Quindi comincio questa riflessioni con una sua canzone, ispirata come sempre:


Non parteciperò al gioco stucchevole, che lo stesso signor G ha messo in un definitivo ridicolo, sul fatto che Gaber sia stato o sia rimasto di sinistra (vedi: Destra-sinistra), anche se chi ha cantato la grandissima Qualcuno era comunista è una persona con cui sono in totale sintonia: ora e sempre.

Ma torniamo ai bambini.

Penso che non sia bene indottrinare i bambini.

So che non dovrei farlo, ma mi sovviene che da bambino andare al catechismo si diceva (a quei tempi) andare “a dottrina” e che anche per i bambini della scuola dell’infanzia c’è l’ora di religione anche nella scuola pubblica (io poi fui allontanato dalla “dottrina” quando, più grandicello, elaborai una mia radicale eresia che poi scoprii essere una versione estrema dell’eresia catara). Non devo dirlo, ma non ci riesco: è difficile considerare che le lezioni di catechismo siano diverse dall’indottrinamento.

Sed de hoc satis.
Non è bene indottrinare i bambini.

Ma i bambini (e le bambine) sono soggetti, in grado di pensare e di immaginarsi il loro futuro: è bene coinvolgerli, è necessario coinvolgerli nel progettare il loro futuro, a partire dagli spazi in cui vivono, in cui studiano, in cui giocano. La democrazia comincia da bambini.

Con l’attenzione, il rispetto, la delicatezza che le grandissime maestre che queste bambini e questi bambini hanno la fortuna di avere, mostrano quotidianamente: conosco molte di queste maestre e penso che siano straordinarie, penso che siano il meglio della nostra società, a loro affiderei la guida del Comune e dello Stato.

Ho visto due filmati, due inaugurazioni consecutive, a entrambi erano presenti bambini.

Nella prima l’inaugurazione dello spazio sottratto alle città e regalato ai privati, alcuni bambini hanno espresso un’opinione: “vogliamo la palestra!”; un’opinione semplice, né di destra né di sinistra.

Nella seconda l’inaugurazione dei rifatti giardini Manno, poco più in là, c’erano dei bambini a far da corona alle autorità; un’abitudine consolidata, né di destra né di sinistra.

Io penso che in entrambi i casi se bambine e bambini fossero stati coinvolti nella progettazione, avremmo spazi più belli, utili, sobri, pubblici. O no?

Del resto: i bambini sono di sinistra (lo dice anche Bisio, che è simpatico, ma che a Gaber non gli fa un baffo). Non è vero, ma quasi.


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