03 settembre 2011

A proposito di referendum elettorali

Più che di quesiti referendari mi piacerebbe discutere di legge elettorale.
Premesso che nessuna ingegneria istituzionale può essere la soluzione per una buona democrazia, è vero che un sistema elettorale può favorire o deprimere processi virtuosi.

Vi sono alcuni principi che rendono una legge elettorale (intesa in senso lato) più saggia.
Il primo è che una legge elettorale deve garantire in modo ampio la rappresentanza. In modo ampio vuol dire che ogni sistema di elezione direttamente o indirettamente stabilisce una soglia (anche bassissima): in un “buon” sistema elettorale questa soglia non deve essere tanto alta da impedire a opinioni che abbiano un seguito di essere rappresentate.
Il secondo è che una legge elettorale deve permettere di formare governi responsabili (ovvero di cui si possano riconoscere meriti e colpe) e ragionevolmente stabili: ad esempio la sfiducia costruttiva o una soglia relativamente alta per la costituzione di gruppi parlamentari aiutano a facilitare la cosiddetta governabilità.
Il terzo è la possibilità per i cittadini di "controllare" i propri rappresentanti: ciò può essere garantito dal meccanismo delle preferenze (che - sia detto per inciso - è piuttosto raro, specie nella versione preferenza singola, e che ha possibili effetti perniciosi sui costi della politica, da controllare) o da altri meccanismi.

Una buona legge elettorale dovrebbe garantire tutti questi principi. Si può fare?
Sì, magari studiando e ragionando.
A me per esempio piace il cosiddetto voto per Approvazione proporzionale con vincitori multipli. Un’altra ottima scelta potrebbe essere quella del Singolo voto trasferibile.

Ma veniamo ai quesiti Parisi-Segni.
Il cosiddetto “porcellum” (270/2005) è una porcata per due ragioni di fondo: la prima è che assegna un premio di maggioranza a chi non ha avuto la maggioranza dei voti, senza neppure che si debba superare una soglia (una caratteristica che è condivisa con le leggi elettorali regionali), la seconda è che favorisce una situazione “confusa” al Senato (per questo l’aveva pensata Calderoli in previsione di una maggioranza di centro-sinistra alle elezioni del 2006); il porcellum non ha eliminato le preferenze, esse non c’erano già più nella precedente legge, il cosiddetto “mattarellum” (276 e 277/ 1993), una legge pessima anch’essa.
Abolendo il porcellum si tornerebbe al mattarellum: niente preferenze anche in questo caso!

Vero il “porcellum” è pessimo, vero è bene eliminarlo, bene anche provarci per via referendaria, ma ci può essere un come: la proposta Passigli eliminava quattro aspetti negativi, ma poiché garantiva il mantenimento della rappresentanza è stata azzoppata e sostituita dalla pessima proposta Parisi-Segni. Sarà un caso?
Vedo spuntare qualche “manina”, tra cui quella del responsabile del peggior disastro elettorale della seconda repubblica. Ecco perché non firmo. Proprio no.

Infine pongo alcune domande?  In quanti Paesi europei e quali c’è un voto di preferenza (open list)? E quanti meccanismi diversi ci sono per esprimerle? Quanti Paesi europei hanno sistemi elettorali proporzionali e quanti maggioritari? Quanti Paesi hanno soglie di sbarramento esplicite e quanti implicite? Domande interessanti. Non perché dobbiamo imitare gli altri, ma per evitare che ci vengano raccontate “balle”.



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