Il 25 settembre 2011 muore a 71 anni Wangari Maathai, prima donna africana Nobel per la pace nel 2004. Nobel per la pace con questa motivazione : “La pace nel mondo dipende dalla difesa dell’ambiente”.
Di fronte a quel Nobel disatteso Maathai non si scompose, scavò la terra e vi mise una pianticella. “Quello che faccio è molto semplice, io pianto alberi”. Prima donna del Centrafrica a laurearsi in biologia, fondo nel 1977 il Green Belt Movement che ha piantato 40 milioni di alberi in Kenya ed in altri paesi africani per combattere l’erosione e che ha difeso quelli che già c’erano. Per questo Maathai è stata insultata, bastonata, sfrattata, denunciata perché fermava chi buttava giù le foreste per costruire alberghi di lusso.
Nel suo libro “La religione della terra” spiegò che scavare buche e difendere gli alberi non è un lavoro particolarmente spirituale ma che questi sforzi “spargono semi di altro tipo: quelli necessari a curare le ferite inflitte alla comunità, depredate della loro autostima.
Waangari Maathai ha lasciato un segno indelebile su questo pianeta, nella sua terra e nell’animo di tutte quelle donne che hanno visto in lei un modello di donna africana da seguire.
Ironia della sorte migliaia di chilometri più a nord, mentre Wangari Maathai piantava il suo ultimo albero a causa di un tumore, in Sardegna si spendevano migliaia di Euro per una pubblicità istituzionale che spiegava ai Sardi i “benefici” del nuovo PPR che si sta preparando e che attenua i vincoli di quello attuale.
Arokoma Kuuraga Sardegna.
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